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![]() «Settimana radio TV» (Milano), a. VII (1960), n° 5 (31 gennaio-6 febbraio), p. 22 ![]() «La Gazzetta del Mezzogiorno» (Bari), 15 dicembre 2005, p. 11 (Edizione di Foggia) ![]() ![]() Trascrizione della testimonianza di Tonino Ferrelli su Pino Rucher “Pino Rucher. Ricordi incancellabili di un intenso, lungo periodo lavorativo trascorso insieme, in RAI, nella “Unione Musicisti di Roma” per le colonne sonore e dischi; ad un solista ed accompagnatore dal gusto raffinato, scrupoloso nella ricerca di sonorità e armonizzazioni di tante belle musiche. Una attività indefessa al fianco di nomi eccellenti in tante occasioni ormai “irripetibili” delle quali, in questo momento, il mio ricordo va a film, fra i tantissimi, quali “Il buono, il brutto, il cattivo” e “Questo sporco mondo meraviglioso”. Tonino Ferrelli Roma, 15 febbraio 2008” “Era il 1953, esattamente il 23 ottobre, Nicoletta Orsomando fa il primo annuncio in diretta nella televisione, che era ancora in fase sperimentale, e che dopo Torino e Milano era arrivata anche a Roma. Sono passati poi quei pochi mesi e con il gennaio del ‘54 la televisione è andata in esercizio, quindi, era sempre ferma a Roma, piano piano poi si è diffusa anche a Napoli e poi piano piano, son passati degli anni purtroppo, perché la cosa non era troppo facile, è arrivata un po’ in tutta la penisola e anche in Sicilia. È arrivato poi il 1954 e la televisione è entrata in esercizio. Io ricordo benissimo tra le tante cose nuove che c’erano per noi che vedevamo la televisione da pochissimi mesi, è arrivata a Roma da Torino l’orchestra di Angelini, la famosa Cinico Angelini e, tra i tanti musicisti che aveva questa orchestra, ricordo benissimo Pino Rucher, che era un chitarrista un po’ particolare anche perché, a parte tutto, aveva anche una chitarra speciale perché era una delle primissime chitarre elettriche che potevamo sentire. Allora era il 1954, e dal Foro Italico di Roma, facemmo il primo, facemmo, fece la stazione di Roma della televisione il primo spettacolo da un palcoscenico e anch’io per la prima volta ho fatto un annuncio sul palcoscenico. Lo spettacolo di cui vi parlavo è il “Rosso e il nero”: era uno spettacolo che veniva fatto anche in radiofonia, ma per la prima volta fu dato in televisione e come conduttore c’era Corrado. Tra i tanti musicisti io ricordo ancora Pino Rucher. Sono la presentatrice del Festival di Sanremo. Tra i vari cantanti c’era il romano Claudio Villa, che cantava la canzone molto bella “Corde della mia chitarra”, e naturalmente le corde erano quelle della chitarra del nostro amico Pino Rucher. Nel 1955 presi parte a un film, “Piccola posta”, e lo ricordo in particolar modo perché intanto conobbi Franca Valeri e Alberto Sordi e poi avevamo come sottofondo questa chitarra fantastica, era una delle prime chitarre elettriche che sentivamo ed era eseguita da Pino Rucher. Beh, ricordo bene Pino Rucher perché a quei tempi eravamo veramente come una piccola grande famiglia, anzi, è capitato che anche dopo il lavoro in televisione magari concludevamo la nostra serata andando alla Rupe Tarpea, dove c’erano sempre complessi molto interessanti e dove naturalmente spesso e volentieri ascoltavamo anche la chitarra fantastica di Pino Rucher”. Nel filmato vi sono alcune interviste che richiamano l’originale timbrica della chitarra di Pino Rucher nelle colonne sonore di vari compositori. Ennio Morricone: Sì Rucher, il grandissimo chitarrista. Emiliano Ferri: Sì. Ennio Morricone: Lui suonava con me molto bene, era bravissimo, me lo ricordo molto bene. Emiliano Ferri: Sì. Ennio Morricone: È stato sempre un grande chitarrista, con delle grandi prestazioni, con una generosità importante e rara e me lo ricordo benissimo come se fosse adesso. Nel documentario è presente un’intervista al tecnico del suono Giuseppe Mastroianni, che evidenzia l’apporto solistico alla chitarra elettrica di Pino Rucher in “Per un pugno di dollari” e definisce il suo suono una “moda dei western all’italiana”. 00:00 Assolo di chitarra elettrica da “Il Ragazzo Di Ghiaccio” di Dino 00:15 Conversazione tra Emiliano Ferri e il M° Ennio Morricone su Pino Rucher 01:59 Intervista del tecnico del suono Giuseppe Mastroianni su Pino Rucher 08:37 Intervista del direttore d’orchestra, compositore e pianista Elvio Monti su Pino Rucher 11:30 Intervista del batterista Pietro Commonara (in arte, Pierino Munari) su Pino Rucher 12:22 Intervista del contrabbassista Giorgio Rosciglione su Pino Rucher 17:01 Intervista del tecnico del suono Federico Savina su Pino Rucher 21:40 Intervista dell’organista e pianista Giorgio Carnini su Pino Rucher 29:23 Intervista del fagottista Marco Costantini su Pino Rucher 32:09 Intervista della cantante Edda Dell’Orso (nome d’arte di Edda Sabatini) su Pino Rucher 34:01 Intervista del violinista e violista Romano Frigeri su Pino Rucher 35:53 Intervista del batterista Gegè Munari (nome d’arte di Eugenio Commonara) su Pino Rucher «Con una straordinaria Rita Pavone, Gian Burrasca, e colonna sonora a cura di due premi oscar: Nino Rota, compositore, e Luis Bacalov, orchestratore e direttore d’orchestra, e nelle canzoni Lina Wertmüller, autrice di testi. Ma veniamo subito al celeberrimo “Viva la pappa col pomodoro”; in risalto, una cetra, quella del famosissimo Anton Karas, e invece per quanto riguarda la chitarra». «Per quanto riguarda la chitarra, Pino Rucher, un ottimo chitarrista che lavorava sempre nelle più grandi orchestre. Pino Rucher era un ottimo chitarrista e difatti ha lavorato con molti film, con me per molti film; certamente, quelli della Pavone, “Zanzara”, etc., etc., ma anche in altri perché era uno dei migliori. Figuriamoci se non mi ricordo di Pino Rucher, era un bravissimo chitarrista e abbiamo fatto molto lavoro insieme e poi era un periodo carino perché, voglio dire con la RCA, a noi, i film, la televisione, etc., c’era un po’ quell’aria come di famiglia per cui eravamo tutti affezionati gli uni e gli altri e quindi anche con Pino Rucher». ![]() «l’Attacco» (Foggia), 14 dicembre 2021, p. 24 ![]() Trascrizione della testimonianza di Lina Wertmüller su Pino Rucher “C’era con noi quando facevamo Gian Burrasca e anche altri spettacoli Si chiamava Pino Rucher. Aveva molte qualità quell’artista, fra le altre un nipote particolare. Molto appassionato di questo uomo che si starà facendo grandi risate da lassù. Lina Wertmüller” Questo video è incentrato sulle molteplici collaborazioni del chitarrista Pino Rucher con il M° Piccioni e con altri compositori. Dalle parole degli intervistati e dai brani musicali proposti emerge la versatilità di Rucher nell’adeguarsi alla scena filmica e all’esigenze degli autori. Dalle interviste e dagli esempi musicali qui riprodotti traspare la capacità di Pino Rucher nell’alternare, a seconda della necessità della scena cinematografica, “la dolcezza della sua esecuzione” e “quella incalzante e violenta”, come evidenziato dalla cantante Maria Cristina Brancucci, nota per la sua incisione del famoso successo “Amore amore amore” (con musiche di Piero Piccioni arrangiate da Ennio Morricone) dal film “Un italiano in America”. Preziosi sono anche i contributi del tecnico del suono Giuseppe Mastroianni e del recordista Giulio Bramonti, che gli fece da assistente di studio per l’incisione della colonna sonora di “Per un pugno di dollari”, a proposito della quale entrambi ricordano con entusiasmo l’intervento chitarristico di Pino Rucher. Ecco alcuni esempi delle innovazioni stilistiche con la chitarra elettrica introdotte da Pino Rucher nel cinema italiano, in particolare nel genere western, che innumerevoli volte nel corso degli anni è stato caratterizzato dai vibranti assoli di Rucher, come ricordato da maestri e collaboratori di sala d’incisione. Il giro degli intervistati si conclude con un intervento del tecnico del suono Giuseppe Mastroianni, scomparso il 1° febbraio 2020, il quale per la sua funzione di fonico era presente in tutte le fasi di una registrazione e proprio per questo spesso interpellato da critici e giornalisti quale preziosa fonte storiografica, come avvenuto per il libro “C’era una volta la RCA” di Maurizio Becker. Giuseppe Mastroianni ha voluto più volte ricordare la figura di Pino Rucher, anche pubblicamente, mettendone in risalto lo specifico ruolo di chitarrista elettrico solista, corroborando il suo ricordo con un minuzioso riascolto delle registrazioni, come hanno puntualmente fatto i tanti intervistati, i quali hanno all’occorrenza preso anche appunti sulle collaborazioni, citando film e descrivendo assoli e particolari impressi nella loro mente relativi a Rucher; particolarmente accurato appare il contributo su Rucher da parte del cantante Ettore ‘Raoul’ Lo Vecchio, che ha più volte duettato con lui, ma anche del violista Angelo Gentile per il fatto di aver assolto per diverso tempo pure il ruolo di collocatore degli orchestrali per le sedute di registrazione. Gli altri due intervistati, il contrabbassista Giorgio Rosciglione e il sassofonista Giuseppe Taurino, pur essendo abituati a lavorare con organici molto ampi (anche di oltre cento elementi), hanno mantenuto un vivo ricordo di Pino Rucher. |
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