Questa manifestazione (tenutasi a Manfredonia) segna, come ha affermato l’assessore provinciale alle Politiche Culturali (Billa Consiglio), un ulteriore tassello nell’ambito della cultura del territorio. Con questo evento, la Capitanata ricorda uno dei suoi figli più famosi e nello stesso tempo manda in scena una delle più importanti manifestazioni dedicate alla musica dei decenni scorsi. Durante la conferenza stampa di presentazione della manifestazione, l’assessore Consiglio ha ricordato, inoltre, come Pino Rucher sia stato per la musica italiana del primo dopoguerra “uno degli artisti più prolifici e per certi versi più innovatori”. “Rucher - ha concluso Consiglio - non fu soltanto un grande chitarrista, ma anche uno dei primi artisti a comprendere e sperimentare le tecniche ed i generi che la tragedia del secondo conflitto mondiale aveva portato in Italia”. Ed è proprio per questa sua prestigiosa attività svolta durante i suoi 72 anni di vita che la città di Manfredonia ha deciso di intitolargli una via pubblica e questa serata omaggio in onore al chitarrista più presente nelle sale d’incisione della RCA (il suo nome è apparso nel prestigioso testo “C’era una volta la RCA” di Maurizio Becker).
In occasione dello spettacolo il grande cantante Toni Santagata inviò un suo pensiero di commosso ricordo su Pino Rucher, che venne letto dalla soubrette Floriana Rignanese con il dovuto trasporto. L’amabile scrittura di Toni Santagata, che tanto si è attivato per il recupero del dialetto, quale veicolo di saggezza popolare, traspare fulgida in questo prezioso omaggio poetico al chitarrista Pino Rucher e inoltre rappresenta un attestato di amore per Manfredonia, per i ricordi degli studi classici e dell’adolescenza del cantante, il quale ripaga Rucher per avergli offerto la sua preziosa chitarra nell’incisione della canzone “E mi vien voglia”, evocante Sant’Agata di Puglia.
Trascrizione della testimonianza di Toni Santagata su Pino Rucher
“Mio carissimo Pino Rucher,
Tu, a quest’ora, sarai certamente affacciato alla
finestra della tua nuvola, dove dimori con tutti i grandi
musicisti. Hai un’occasione unica: chiama vicino a
te un altro illustre maestro, il nostro “comprovinciale” Umberto
Giordano e fallo partecipe di questa scena incomparabile:
mostragli il golfo affatato di Manfredonia con il porto
trapuntato da mille lucine accese, e, un po’ più su, a
qualche centinaio di metri, una magica piazza, dove si sta
svolgendo la manifestazione che tu hai sempre sognato.
Là, nella sacra piazza del Duomo, a pochi metri dal
monumento a Papa Giovanni XXIII, stanno festeggiando
proprio te, caro Pino. Un tuo degno nipote, Emiliano,
ha pensato di invitare tanti artisti, cantanti e musici-
sti per elogiare la tua arte. Chi ti scrive è un tuo
amico, Toni Santagata, che tu conoscesti a Roma
tra la fine degli anni ‘50 e i primi anni ‘60 e con la
tua chitarra desti un tocco di classe alla regi-
strazione di alcune sue canzoni (di successo?!) Eri fantastico:
poche prove ti bastavano per interpretare motivi a te sconosciuti.
Avevi un tocco morbido, quando il brano volgeva al senti-
mento; ma sapevi, come pochi, trovare la pennata giusta per
accordi e ritmi incalzanti. Modernissimo, primo tra tanti
colleghi, avevi saputo piegare la tua chitarra elettrica a movi-
menti ritmici di provenienza americana, a colori pretta-
mente italiani: i tuoi colori!! Ricordo che, dopo averti
spiegato quale era il mio linguaggio musicale, il messag-
gio che volevo esprimere, sapevi soddisfare il mio desiderio e
dare il tuo contributo di raffinato musicista alle mie compo-
sizioni. Cantabili sì, ma filtrate attraverso la “vera”
cultura della nostra più sofisticata tradizione. Niente
arpeggi banali, ripetitivi, quelli usati da pseudo-musici-
sti che usano tre accordi all’infinito, spesso approssimativi.
(Dove intellettuali da strapazzo credono di trovare
l’autenticità della nostra musica popolare!) La tua era
un’arte pura, colta come tu eri, e come io, autore dei brani,
ti chiedevo di essere. Quando le nostre chitarre, in quelle
occasioni, si sono intrecciate, hanno prodotto suoni precur-
sori e innovativi.
Grazie Pino, questo è il momento di ricordare un’intesa
interrotta qualche anno fa, quando con nostalgia si parlava
dei miei anni di scuola a Manfredonia, delle ragazze
tutte bellissime a illuminare il Corso sempre in festa,
delle passeggiate al Castello e all’acqua di Cristo. Si parla-
va del golfo incantato con le cento barche a vela bianca,
la cui visione mi stregò la prima volta in cui il treno mi
portò in questa città e che io, da sempre, ho eletto a
mia seconda patria. Un bacio, Pino Rucher, goditi
questo tuo splendido momento, te lo meriti. Speriamo
di rinnovarlo ancora. Un bacio anche a te, Manfredonia
tutta, da Antonio Morese “in arte”
Toni Santagata”
Ecco la copertina di un 45 giri (1965) di Antonio Morese (Toni Santagata), sul cui lato A è incisa la canzone “’A ’nnammurata mia” (Verde - Ferrio), tratta dalla trasmissione RAI TV “Napoli contro tutti” (condotta da Nino Taranto in 14 puntate, dal 30 settembre 1964 al 6 gennaio 1965), cui prese parte anche Pino Rucher con l’orchestra RAI diretta dal M° Gianni Ferrio. Sul lato B è incisa la canzone “Chi non ha nessuno” (composta dallo stesso Antonio Morese).
L’evento si è tenuto in piazza Giovanni XXIII a Manfredonia il 5 ottobre 2008 e ha visto la partecipazione dei cantanti Carla Boni, Giorgio Consolini, Aura D’Angelo e Miranda Martino. Hanno partecipato inoltre Silvano Chimenti (chitarrista RAI), Franco De Gemini (L’uomo dell’armonica), Giuseppe Mastroianni (tecnico del suono), Elvio Monti (direttore d’orchestra, compositore e pianista), Carlo Posio (pianista jazz e conduttore radio-Tv), Dario Salvatori (conduttore radio-Tv e storico della musica).
Trascrizione della testimonianza di Franco De Gemini su Pino Rucher
“18/02/2008
Il mio pensiero torna
agli anni in cui ci
divertivamo a suonare
cercando di essere più
bravi degli altri solisti.
Con Pino Rucher abbiamo
passato assieme tanti e
“ritanti” anni in RAI negli
studi di registrazione a
Sanremo con Angelini nel
lontano 1957 con una
strana posizione sul palcoscenico.
Lui stava a destra all’estremo
bordo; io a sinistra al lato
opposto: in un pezzo di musi-
ca lui arpeggiava e io a 15 metri
da lui tentavo di sentirlo...
ma alla fine il risultato
era ottimo perché eravamo
due ottimi solisti.
Con Pino ricordo i film
Per un pugno di dollari
(tema alla chitarra solista)
ottimamente interpretato.
Poi ancora una tonnellata
di altre colonne sonore vedi
Il buono, il brutto, il cattivo,
Arizona Colt, 1000 dollari
sul nero, etc., etc.
Sarò contento di passeggiare
nella strada che porta il suo
nome. Ciao.
Franco De Gemini”
Intervista di Giuseppe Mastroianni su Pino Rucher “Dopo l’incisione di “Diciottenni al sole” abbiamo fatto altri film con il M° Morricone, naturalmente col trascorrere degli anni. Il primo film che mi ricordo dove partecipava il M° Rucher con la chitarra elettrica era “Diciottenni al sole” di Morricone, fatto nel 1962 con la partecipazione di Catherine Spaak e altri attori. Son stati un certo numero di film dove Pino Rucher era chitarra solista con Morricone: “I malamondo”, “Per un pugno di dollari”, “I pugni in tasca”, “Una pistola per Ringo”, “Slalom”, “Navajo Joe”, “Diabolik”, “Il buono, il brutto, il cattivo”, “Teorema”, “Uccellacci e uccellini”, “Vamos a matar compañeros”, “Le casse”. Naturalmente in tutti questi film elencati, oltre alla chitarra solista di Pino Rucher, c’erano anche altre chitarre, naturalmente non in tutti i film, non in tutte le colonne sonore, c’era la chitarra classica, la chitarra d’accompagnamento, la chitarra bassa”.
“Nel ‘59 ho iniziato a lavorare veramente con l’orchestra, etc., di cui faceva parte anche il sig. Pino Rucher, grande chitarrista che ha lavorato poi per anni insieme con i vari maestri: Morricone, Bacalov, Trovajoli, Riz Ortolani, Gianni Ferrio, De Masi, Nascimbene, Rustichelli, Lavagnino, tutta gente che faceva colonne sonore importanti etc. Adesso vorrei commentare qualche colonna sonora con la presenza del Pino Rucher alla chitarra e me come tecnico del suono, fatti nei tanti anni insieme.
→ Per un pugno di dollari - Ennio Morricone
Il suono di questa chitarra elettrica che avete appena ascoltato è diventata poi una moda, suonata da Pino Rucher naturalmente, in altri film, in altre cose è diventata poi una moda di tutta la serie dei western all’italiana.
→ Idoli controluce - Ennio Morricone
Quello che avete ascoltato o state ascoltando adesso in questo momento è un Pino Rucher versione jazz che ha fatto anche ne “La dolce vita”, [in] “Giulietta degli spiriti” e altri molti brani.
→ Una pistola per Ringo - Ennio Morricone
Questa è la chitarra che avete ascoltato adesso era una scena del film “Una pistola per Ringo” con Giuliano Gemma.
→ Uccellacci e uccellini - Ennio Morricone
Quello che state ascoltando è un brano de “Uccellacci e uccellini”, che la maggior parte della colonna sonora del film era di chitarra classica; in questa parte, invece, c’è la chitarra elettrica che fa il suo assolo de Pino Rucher.
→ Il buono, il brutto, il cattivo - Ennio Morricone
Questo che state ascoltando è “Il buono, il brutto, il cattivo”, registrato da me all’International Recording nel 1966, con Pino Rucher che suonava con una chitarra Fender Jaguar; uno dei primi ad acquistarla questa chitarra, che veniva commercializzata da Casale Bauer.
→ Matchless - Ennio Morricone
→ I pugni in tasca - Ennio Morricone
Quello che avete ascoltato o state ascoltando è il primo film di Marco Bellocchio, è il primo film che Morricone ha fatto con Marco Bellocchio, con la partecipazione di Rucher, naturalmente con la sua chitarra elettrica. È stato registrato allo studio B della RCA italiana nel 1965.
→ Diciottenni al sole - Ennio Morricone
Quello che avete ascoltato in questo momento è il film “Diciottenni al sole” con la interpretazione di Catherine Spaak.
→ Teorema - Ennio Morricone
Quello che avete ascoltato è dal film “Teorema” di Ennio Morricone.
→ La dolce vita – Nino Rota
Quello che avete ascoltato in questo momento è uno dei temi più importanti della colonna sonora di Nino Rota suonata da Pino Rucher.
→ Giulietta degli spiriti – Nino Rota
Quello che avete ascoltato in questo momento è una delle colonne sonore incise da Rucher con il M° Nino Rota per “Giulietta degli spiriti” come “Otto e mezzo”, “La dolce vita”, “Amarcord” e altri.
→ Otto e mezzo – Nino Rota
Vi ricordate il motivo della trasmissione “I pacchi” con Max Giusti? Questo è Pino Rucher.
Adesso chiudiamo con una carrellata di motivi western suonati sempre da Pino Rucher che, oltre alla ‘Trilogia del dollaro’ di Sergio Leone e Morricone, ha suonato anche con tanti altri maestri, tipo Ortolani, Bacalov, Giombini, De Masi e tanti altri ancora.
→ Sugar colt – Luis Bacalov
→ Django – Luis Bacalov
→ I giorni dell’ira - Riz Ortolani
→ Le due facce del dollaro – Mario & Giosy Capuano”
Trascrizione della testimonianza di Giuseppe Mastroianni su Pino Rucher
“Ora come allora esprimo il
mio apprezzamento a Pino Rucher,
chitarra elettrica solista dei film
“Per un pugno di dollari” e “Il buono, il brutto,
il cattivo”, tra le tante colonne
sonore da lui suonate, a cui io
ho preso parte in qualità di
tecnico del suono. Ciao Pino
Tivoli-17-02-2008 Giuseppe Mastroianni”
00:00 - “I fuorilegge del matrimonio” - Musiche: Giovanni Fusco - Direzione musicale: Lawrence Whiffin 00:32 - “Per un pugno di dollari” - Musiche: Ennio Morricone 01:04 - “Arizona Colt” - Musiche: Francesco De Masi 01:32 - “...E divenne il più spietato bandito del sud” - Musiche: Gianni Ferrio 02:06 - “Straniero... fatti il segno della croce!” - Musiche: Marcello Gigante - Direzione musicale: Carlo Esposito 02:37 - “Texas addio” - Musiche: Antón García Abril 03:04 - “The Texican” - Musiche: Nico Fidenco - Direzione musicale: Robby Poitevin 03:28 - “1000 dollari sul nero” - Musiche: Michele Lacerenza - Direzione musicale: Luigi Zito 04:00 - “Se sei vivo spara” - Musiche: Ivan Vandor - Direzione musicale: Bruno Nicolai 04:31 - “Lo chiamavano King” - Musiche: Luis Bacalov 05:00 - “Un mostro e mezzo” - Musiche: Franco Mannino 05:32 - “Thrilling” (episodio “L’autostrada del sole”) - Musiche: Ennio Morricone 06:03 - “La battaglia dei Mods” - Musiche: Robby Poitevin 06:29 - “Top Sensation” - Musiche: Sante Romitelli - Direzione musicale: Luigi Zito 07:04 - “Il giudizio universale” - Musiche: Alessandro Cicognini - Direzione musicale: Franco Ferrara 07:37 - “Il compagno don Camillo” - Musiche: Alessandro Cicognini 08:08 - “La Parmigiana” - Musiche: Piero Piccioni 08:41 - “Boccaccio ‘70” (episodio “Renzo e Luciana”) - Musiche: Piero Umiliani 09:08 - “Totò sexy” - Musiche: Armando Trovajoli 09:40 - “Gli amanti latini” - Musiche: Carlo Savina 10:07 - “Due marines e un generale” - Musiche: Piero Umiliani 10:38 - “La donna nel mondo” - Musiche: Nino Oliviero, Riz Ortolani - Orchestrazione e direzione musicale: Riz Ortolani 11:08 - “Franco e Ciccio sul sentiero di guerra” - Musiche: Roberto Pregadio 11:40 - “L’isola delle svedesi” - Musiche: Roberto Pregadio
Intervista di Elvio Monti su Pino Rucher “Durante la mia carriera di turnista come venivamo chiamati noi che facevamo i turni di registrazione, appunto per le musiche da film e da dischi; io ho suonato tutti gli strumenti a tastiera dal pianoforte, clavicembalo, celesta, organo, persino le campane tubolari, e mi ricordo [che] nella registrazione del film con le musiche di Ennio Morricone, “Il buono, il brutto, il cattivo”, che c’era alla chitarra Pino Rucher, suonava la chitarra elettrica lui, poi c’era Battisti D’Amario che suonava la chitarra classica, e mi rimase impresso il suono della chitarra elettrica di Pino Rucher che aveva un tocco particolare, lui, per dare risalto alle frasi che Morricone aveva scritto. La chitarra elettrica suonata da Pino Rucher, con un timbro tutto particolare che mi rimase impresso subito da allora perché è rimasto anche nei film successivi sempre di quel genere lì. Durante l’intervallo della registrazione del film “Il buono, il brutto, il cattivo” io ero molto curioso, andavo sempre al podio dove il M° Morricone stava guardando le partiture per vedere le prossime registrazioni e mi accorsi che nel frontespizio della partitura lui aveva scritto il bbc, e [io] dissi: «Scusa, Ennio, ma che significa il bbc?» E ha detto: «No, guarda che è solo una cosa mia per non scrivere tutto il titolo del film, ho messo l’abbreviazione de “Il buono, il brutto, il cattivo”». «Ah, simpatica la cosa!» Il film “Il buono, il brutto, il cattivo” lo registrammo all’International Recording nel dicembre del ‘66, dove Pino Rucher aveva una chitarra, un modello della Fender, che si chiamava Jaguar e aveva un suono particolare, andava benissimo per le esigenze sonore di quel periodo e lui l’aveva già utilizzata prima, per i film western in modo particolare, poi la Fender uscì fuori un altro modello, Stratocaster, e comprò quella per esigenze sonore che erano sopravvenute nel frattempo; in seguito registrammo alla RCA, sempre con le musiche di Morricone, “C’era una volta il West”, dove Pino Rucher suonava la chitarra elettrica sempre, però, con il distorsore, che era un particolare aggeggio che si aggiungeva, si attaccava alla chitarra, che lui aveva già usato in precedenza, ma che in questo film aveva raggiunto la padronanza completa del mezzo, creando un pathos, una tensione particolare e poi lo usò ancora in seguito, chiaramente”.
Trascrizione della testimonianza di Elvio Monti su Pino Rucher
“ROMA 26/01/08
Sono tuttora grato a Pino Rucher per aver preso
parte (spesso in qualità di solista) alle trasmissioni
R.A.I. da me effettuate negli anni ‘60 e ‘70,
come pure i molti dischi da me registrati
per varie Case Discografiche (tra le quali ricordo
alcune incisioni di Massimo Ranieri).
Lui era un fine interprete, specialmente
nel genere jazzistico e latino-americano: capiva
al volo quello che io gli chiedevo; non c’è
mai stato bisogno di chiedergli due volte come
desideravo l’interpretazione di un passo, come
pure come doveva essere il registro della chitarra
per ottenere il suono giusto.
Sono sicuro che altri colleghi che hanno
avuto il piacere di avvalersi della sua colla-
borazione, la penseranno come me.
Lo ringrazio ancora tanto e lo ricordo
con affetto,
Trascrizione della testimonianza di Pierino Munari su Pino Rucher
“Carissimi amici, artisti e musicisti tutti,
sono veramente dispiaciuto di non poter partecipare alla manifestazione in onore di
Pino Rucher. Motivi di salute m’impediscono di essere presente, ma ho voluto
scrivere queste poche righe dedicate all’amico chitarrista Pino a testimonianza delle
tante collaborazioni musicali vissute insieme. Ricordo il suo modo di suonare il
repertorio Jazz, mi piaceva molto, ricordava lo stile di Barney Kessel.
Suonava con passione ed era delicato e raffinato nelle sue esecuzioni, insomma, un
po’ come tutti noi musicisti, quando suoniamo esprimiamo il meglio di noi stessi.
Con Pino abbiamo lavorato insieme in due Festival di San Remo nel 1960 e 1962 con
l’Orchestra diretta dal M° Angelini e con la stessa Orchestra abbiamo partecipato, per
più di un anno, alla trasmissione Radiofonica “Canzoni del Palio” con Milva.
In seguito ci siamo ritrovati nella commedia musicale “Alleluia brava gente” di cui fu
realizzata anche una registrazione discografica.
Abbiamo suonato insieme in registrazioni di dischi importanti e Colonne sonore di
film che sono poi diventati famosi.
Tra le tante collaborazioni ricordo: Per un pugno di dollari (film), Datemi un
martello (Rita Pavone), Straniero fatti il segno della croce (film), Sugar Colt (film),
Una donna americana (film), Una pistola per Ringo, Un italiano in America, Ti ho
sposato per allegria (film).
Un caro saluto alla famiglia di Pino, a tutti i presenti e complimenti per la
manifestazione.
Trascrizione della testimonianza di Nora Orlandi su Pino Rucher
“ROMA 2008
Ricordando l’amico e STIMATISSIMO COLLEGA.
MAESTRO PINO RUCHER
Posso solo ribadire la sua innegabile abilità di...
GRANDE CHITARRISTA (a tutto tondo)
Apprezzato da tutti quale PILASTRO di centinaia di
Musiche eseguite... Per Colonne Sonore di Films,
dischi e oltre, era conosciuto da tutti anche per la sua
gentilezza, educazione e grande Disponibilità.
Doti queste, non sempre coniugabili in parallelo! infatti...
Solo la sua Modestia era Pari alla sua MUSICALITÀ.
Tante belle e Importanti Musiche, abbiamo eseguito insieme,
ottenendo sempre il CONSENSO anche e soprattutto da
parte degli “ADDETTI ai LAVORI”!
Bravo AMICO PINO e...
CIAO.
Trascrizione della testimonianza di Elvira Zecchino Rustichelli su Pino Rucher
“Roma 09-08-2008
Avendo appreso della prossima
manifestazione in onore del chitarrista
PINO RUCHER, desidero citarne la
sua partecipazione da solista in
tanti lavori musicali con mio marito,
il M° CARLO RUSTICHELLI, tra i quali
le colonne sonore dei film Un giorno
da leoni, La ricotta, La calda vita,
Made in Italy, Un minuto per pregare un
istante per morire, Meglio vedova, ecc.
Ricordo anche la sua collaborazione
in spettacoli RAI con mia figlia ALIDA CHELLI
Cordiali saluti
Trascrizione della testimonianza di Alfonso Zenga su Pino Rucher
“IL MIO RICORDO DI PINO RUCHER
L’ho conosciuto in una sala di registrazione romana. L’ho rivisto molte volte dopo.
Negli anni ‘70-‘80, quando si doveva organizzare un ensemble orchestrale, di solito si richiedevano gli
strumentisti all’Unione Musicisti di via Camozzi 1 in Roma. Essendo io alle prime uscite ed esperienze e
non avendo ancora una loro conoscenza diretta, per lo più mi venivano assegnati i disponibili del
momento.
Dopo alcune registrazioni, però, sia a Roma che a Milano, avevo già individuato i professionisti che mi
avrebbero accompagnato nel percorso di conoscenza, sperimentazione e realizzazione dei suoni, per lo
più finalizzati alla musica di commento ed alle canzoni romane d’epoca.
I costi delle sale di registrazione e dei musicisti pesavano notevolmente sulle economie delle case
discografiche, le quali sollecitavano tempi di realizzazione contenuti al minimo, ma risultati ottimali.
Gli strumentisti, quindi, erano una componente determinante per raggiungere tali scopi.
Dovevano essere professionisti abili, affidabili e partecipativi.
Musicisti preparati ed esperti.
Fra loro Pino Rucher.
Accompagnato dalle sue chitarre, Pino arrivava puntuale. Un saluto, poche parole, uno sguardo ai
colleghi dell’ensemble del momento. Senza preamboli, chiedeva notizie sul genere di musica da
realizzare, apriva le custodie e sceglieva la chitarra più idonea.
Una attenta accordatura, forse una corda da sostituire, una chiave da serrare al meglio, un momento
ancora per articolare le dita, senza trascurare la posizione davanti alla postazione microfonica, così da
consentire al tecnico di ricevere il miglior suono.
Poi osservava con attenzione la parte da eseguire. Terminata tale memorizzazione visiva, iniziava a
suonare con grande naturalezza. Aveva una lettura facile, scorrevole, come di neumi e pentagrammi
già visti. E il suono fluiva senza intoppi, con intensità controllata, espressione giusta.
Ripeteva una o due volte la parte ed era pronto.
Potevi esserne certo. La registrazione si sarebbe svolta in un paio di passaggi, tempi dilatati per lo più
dovuti a cause tecniche, di livelli, di colori o qualche improvviso effetto larsen, soprattutto in cuffia, un
vero omicidio!, quasi mai però per attimi di smarrimento degli strumentisti. Tutti molto concentrati sul
da farsi.
Ormai richiedevo sempre gli stessi.
Avrei avuto la collaborazione di Pino Rucher ancora per molte registrazioni. Ci si intendeva con lo
sguardo, le parole non servivano. Sempre gli stessi gesti, collaudati e mai fuori posto.
Eravamo all’epoca delle grandi bobine, enormi macchinari, un numero incredibile di fili, microfoni da
per tutto. Se l’ensemble era ridotto alla sola ritmica, ognuno spariva dentro un box o dietro una parete
di cartone pressato con finestra in vetro ad altezza d’uomo...seduto.
Poi, l’avvento ed il trionfo dell’informatica, i suoni campionati, gli innumerevoli loop predisposti,
hanno semplificato e miniaturizzato i macchinari, annullato la professionalità dell’uomo, anni di
studio ed applicazione allo strumento.
Chiunque ha potuto essere allo stesso tempo tecnico e musicista. Un musicista molto spesso con poche
cognizioni specifiche, un tecnico capace di assemblare percorsi preconfezionati, ma mai più elaborati
attraverso la scrittura.
Il contatto umano, la sensazione di respirare, di costruire con l’altro, con altri, una idea, una cascata di
suoni sono diventati un ricordo lontano.
L’evoluzione tecnologica ha imposto altri modelli di registrazione.
Forse, molti strumenti, tra i quali la chitarra di Pino, hanno continuato a suonare senza più incontrarsi
in una sala di registrazione. Chissà dove.
Era passato in fretta un periodo in cui “fare musica” richiedeva la partecipazione individuale, il piacere
di sentirsi partecipi di un progetto.
Mi sono sempre chiesto perché tanti valenti esecutori non abbiano mai avuto la possibilità di leggere,
ad esempio, almeno sul retro della copertina di un disco, il proprio nome insieme a quelli del tecnico,
della sala di registrazione, del grafico, dell’arrangiatore, del direttore d’orchestra.
Talvolta, poche volte per la verità, qualche editore ha avuto questa sensibilità.
Eppure anche loro erano parte integrante del progetto, anzi fondamentale.
Molti magnifici suoni sono rimasti privi di una palese paternità.
È passato tanto tempo. Un attimo. Una sinfonia di attimi.
Attimi.
Vedo il suo sguardo attento, le dita muoversi agili sulle corde.
Attimi.
Spesso la memoria mi restituisce splendidi interventi, eseguiti con semplice, intensa partecipazione.
...Tanto per citare...ma non solo...
‡ Roma ieri e oggi, un LP di canzoni romane cantate da Lando Fiorini
‡ Musicorama 12, musiche di commento, realizzate per la CAM di Roma
‡ Emanuelle nera nº 2, colonna sonora dell’omonimo film, musiche di Don Powell.
✶✶✶
Non avrei mai più incontrato Pino ed ascoltato la sua chitarra.
Il ricordo, quello no, rimane immutato.
Alfonso Zenga”
Nel corso della manifestazione sono intervenuti in collegamento telefonico Stelvio Cipriani, Nora Orlandi, Teddy Reno e Iva Zanicchi, che hanno ricordato i meriti artistici di Pino Rucher, ritenuto nell’ambiente musicale uno dei maggiori chitarristi italiani, come Aura D’Angelo ha espressamente dichiarato dal palco.
Hanno preso la parola il Sindaco di Manfredonia, avv. Paolo Campo, che ha consegnato alla famiglia di Pino Rucher lo stemma del Comune, e l’onorevole avv. Antonio Leone, che ha conferito una targa della Camera dei deputati, in cui egli rivestiva la carica di vice Presidente vicario. Sono inoltre intervenuti il Presidente dell’Amministrazione provinciale, dott. Antonio Pepe, il vice Presidente e Assessore alla Cultura, avv. Billa Consiglio. L’evento, ripreso dall’operatore RAI Pino Ciociola, fa parte di un servizio televisivo a cura del dott. Enzo Del Vecchio, giornalista della sede regionale di Rai Tre.